I taccuini
Presentazione di Eugen Galasso
Giorgio Antonucci non è mai stato solo un medico, un non-psichiatra (o antipsichiatra ad libitum), ma un umanista, un intellettuale che abbracciava, potenzialmente, tutto lo scibile umano.
Nei taccuini trovate affermazioni generali, relative alla natura umana, degne dei grandi “teorici della vita” – da Seneca a Cioran, passando per La Laroche, Foucault e Schopenhauer – ma anche riflessioni che partono da singoli autori, come Hilferding e Adler, dove ” l’ homo universalis” Antonucci , opportunamente, non si addentra nell’analisi specifica e specialistica, dato che il taccuino è altro rispetto al ‘saggio’”.
Dicendo che sono note di grande interesse da ogni punto di vista – culturale come esistenziale – forse direi qualcosa di scontato o quasi. Dirò, allora, che la capacità empatica di Giorgio spazia in ogni campo, risultando pienamente capace di raccordare l’osservazione dell’esistenza umana alla cultura.
“Straordinaria capacità di sintesi e sinestesia: il dottor Antonucci collega, già all’inizio degli anni ’60, la religione con la filosofia, con l’arte, con la musica, con ogni altra forma di espressione culturale, riuscendo sempre a cogliere:
- L’essenza del concetto
- Il fatto che “tout se tient” , “tutto si tiene”